Insalata di farro: un piatto fresco e leggero.

Finalmente è arrivata l’estate e anche la nostra cucina cambia e si adegua alle temperature più alte. Un piatto che non avevo mai provato ma che, oltre ad essere “fresco” è anche veloce, è l’insalata di farro. L’ho preparata, in meno di 30 minuti, ieri pomeriggio, l’ho messa in frigo e l’ho mangiata oggi a pranzo durante una scampagnata sul Monte Limbara (che non è stata  una semplice scampagnata ma un Laboratorio di Scrittura Creativa).
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Ingredienti:

– Farro
– Pomodorini
– Mozzarella
– Basilico
– Olive
– Olio extravergine d’oliva
– Sale

Procedimento:

Fate bollire in abbondante acqua salata il farro, per circa 18 minuti. Se il farro è “perlato”, cioè senza la buccia, basteranno anche 10 minuti. Trovate il farro in qualsiasi supermercato, accanto al riso.
Quando è cotto (levatelo dal fuoco “al dente”) scolatelo e poi lasciatelo raffreddare sotto l’acqua fredda, per bloccare la cottura. Lasciate sgocciolare per 10 minuti.
Nel frattempo preparate il condimento:
tagliate i pomodorini (in quattro), la mozzarella (a cubetti), le olive (a rondelle) e il basilico. Condite tutto con olio extravergine d’oliva e sale in un contenitore capiente. Unite il farro e mescolate bene. Mettete il tutto in frigo e lasciate riposare per almeno un paio d’ore.
La vostra insalata di farro è pronta!

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Emilia Romagna: vi svelo perché amo la terra del lambrusco.

Sono passati quattro anni dalla mia prima volta a Parma, e da quella volta non ho più smesso di andarci. Quando ho necessità di ricaricare le batterie, questa è la mia meta preferita. Perché? Prima di tutto perché in quella meravigliosa terra ho delle amiche e degli amici fantastici, che per qualche giorno “fungono” da vero e proprio anti-stress: le risate, le lunghe passeggiate al Parco Ducale e nel lungo Parma, le confidenze e  il loro sostegno sempre e comunque, valgono più di ogni altro diversivo. Se questo non bastasse, aggiungo le bellezze artistiche della città: la cattedrale di Santa Maria Assunta, in stile romanico, il Battistero, la Camera di San Paolo affrescata dal Correggio e, dulcis in fundo, il Teatro Farnese.

Il Battistero

Il Battistero

Teatro Farnese

Teatro Farnese

Ricapitolando: amicizia, arte e cultura. Manca qualcosa? Sì, una delle caratteristiche principali dell’intera regione: l’enogastronomia. Perché è vero che la mia regione, la Sardegna, è molto fortunata da questo punto di vista, però ogni volta mi stupisco di fronte ai salumi emiliani e ai loro primi piatti: imbattibili.

Nella tradizione parmigiana troviamo in pole position la Torta fritta, che si mangia con i salumi tipici della zona: il prosciutto crudo di Parma, il cotto, il culatello di Zibello e il salame di Felino. Come si mangia la torta fritta? Semplice: bisogna imbottire il triangolo fritto con i salumi. Dimenticatevi, quindi il pane, non ne avrete bisogno.

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Torta fritta e salumi

Per quanto riguarda i primi piatti, generalmente mangio sempre i tortelli. I più quotati a Parma sono: tortelli d’erbetta, di carciofi e di zucca, conditi semplicemente con burro e parmigiano. Io non amo particolarmente i tortelli di zucca, hanno un sapore troppo dolce per i miei gusti, ma gli altri li adoro!

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Tortelli di erbetta, carciofi e zucca.

Quando arrivo a questo punto del pranzo il mio pensiero è: ok, Luana, fermati. E invece no, mica si può rinunciare al dolce! Quindi uno spazietto per la Sbisolona, una torta friabile, che si sbriciola (da questa caratteristica deriva, appunto, il nome), si trova sempre!

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Torta Sbrisolona

Naturalmente durante il pranzo non abbiamo bevuto solo acqua, in questi casi la bottiglia di Lambrusco è d’obbligo! Prima di tutto perché è un abbinamento tipico e territoriale, e poi perché le bollicine discrete del Lambrusco si sposano felicemente con i cibi grassi e oleosi come i salumi e i tortelli.

E voi, siete mai stati in Emilia Romagna? Qual è la vostra città preferita? E soprattutto, dove e cosa mangiate quando ci andate? A voi la parola!